Presentato a Taranto “La bambina invisibile” di Alessia Nobile
La barese Alessia Nobile è la prima in Puglia ad aver ottenuto, nel 2006, il cambio anagrafico di sesso senza esser costretta a sottoporsi a un intervento di riassegnazione chirurgica del sesso.
Il suo è stato un percorso di consapevolezza che ha voluto raccontare nelle pagine de La bambina invisibile, volume che la stessa Alessia ha avuto modo di donare recentemente in Vaticano a Papa Francesco in Vaticano, una storia, la sua, trascorsa ad affrontare la cattiveria, figlia dell’ignoranza delle persone, oltre al discredito sociale sulla comunità LGBT+.
In occasione del TDoV – Giornata internazionale della visibilità transgender, il CEST (Centro Salute Trans e Gender variant), in collaborazione con l’Associazione TGenus e con il patrocinio del Comune di Taranto e del CSV Taranto ETS, ha presentato il libro di Alessia Nobile La bambina invisibile, evento tenutosi presso il Mudit.
L’incontro, moderato dal Presidente CEST Michele Formisano, è stato aperto da Francesco Riondino che ha ringraziato il CEST per aver organizzato questo evento che ha rappresentato un momento di profonda riflessione sul rispetto nei confronti della comunità LGBT+, nonché un’occasione per molte persone di poter portare la testimonianza del loro vissuto.
Parole di elogio condivise nel suo intervento dall’Assessora ai Servizi Sociali e Integrazione del Comune di Taranto, Gabriella Ficocelli, che ha definito la serata “interessante, partecipata e ricca di spunti per riflettere sulla vision inclusiva dell’Amministrazione Melucci”.
Oggi la barese Alessia Nobile è una donna transgender, ma questa definizione è solo uno stigma sociale che distorce e cela un mondo di emozioni nascoste nel dualismo più ancestrale, quello tra corpo e anima. Di questa scissione e delle sue conseguenze ci parla Alessia nel suo libro La bambina invisibile, partendo dalla sua infanzia in cui emerge la consapevolezza che il suo involucro da bambino è solo un’illusione ottica, perché la sua è un’anima femminile, alla sua adolescenza in lotta tra la solitudine e il desiderio di riprodurre una qualche forma di normalità, dalla costruzione metodica e riflessiva di una identità che non ammette tradimenti conformistici alla transizione che, oltre a sgretolare rapporti familiari e sociali, le nega ogni possibilità lavorativa.
Alessia deve rifondare ogni giorno la sua vita e sulla sua strada incontrerà la diafana solitudine di ragazze fragili e il calore empatico di Don Gallo, la tenerezza del gesto infantile di un uomo qualunque e la cattiveria generata dall’ignoranza.